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L’Arma dei Carabinieri presenta il Calendario CITES 2021 (Video )

ROMA – La valorizzazione del ruolo dei Carabinieri a protezione della flora e fauna a rischio di estinzione e del loro impegno a contrasto dei reati ai danni di queste specie. E’ il tema del Calendario CITES di quest’anno. Le specie “bandiera” presentate nel calendario sono in pericolo di estinzione per fattori molto spesso legati alle attività umane: alimentazione, commercio, collezionismo, ecc.. e rappresentano tasselli importanti della biodiversità del nostro pianeta. 
Ogni mese, la specie protetta è stata associata ad una specifica attività operativa assicurata dai Carabinieri a tutela della stessa, come ad esempio:il Gorilla di montagna, specie ad elevato rischio di estinzione, che sopravvive con circa 1.000 esemplari sui Monti Virunga, tra Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Ruanda e nel Parco Nazionale impenetrabile di Bwindi in Uganda. Ogni anno decine di ranger sacrificano la loro vita a difesa di questa meravigliosa specie. Negli ultimi anni l’Arma dei Carabinieri ha contribuito ad addestrare le forze di polizia di Uganda, Ruanda, Zambia e Namibia, impiegando carabinieri forestali e altri reparti specializzati, con interventi formativi anche sull’antibracconaggio e la CITES;  il Leopardo delle nevi scoperto all’inizio del secolo scorso, è stato cacciato per la sua stupenda pelliccia e ancora oggi è vittima del bracconaggio, non solo per il vello ma anche per le parti del corpo che, come avviene per gli altri grandi felini, sono molto richieste dalla medicina tradizionale cinese. 

I Reparti CITES hanno svolto in passato numerose operazioni di contrasto al traffico illegale di ossa di leopardo e tigre, cistifellea di orsi e cervi, corni di rinoceronti, scaglie di tartarughe e pangolino, sostanze che, secondo alcune credenze, dovrebbero garantire una guarigione con soli metodi naturali in contrasto alla medicina convenzionale. 

Nel calendario, realizzato anche con il contributo del Ministero dell’economia e delle finanze e stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, vengono riportate dodici specie animali e vegetali rare raffigurate da spettacolari fotografie. 
Quella del calendario CITES è una storia recente ma ormai consolidata che nasce dalla necessità di trovare uno strumento semplice e immediato capace di veicolare la bellezza e la complessità del mondo delle specie in via d’estinzione troppo spesso oggetto di commerci, legali e illegali, in Italia e nel mondo.

L’idea di fondo è quella di offrire una panoramica che possa proporre immagini di animali e piante con informazioni scientifiche, normative e “pillole” curiose legate alla specie minacciata.

 
Giunto ormai alla sua quattordicesima edizione, il primo infatti è stato edito nel 2008, il Calendario CITES dei Carabinieri è un appuntamento consueto per il mondo scientifico, ambientalista e scolastico, e deve essere considerato come un importante ed efficace strumento di divulgazione e di educazione alla legalità ambientale.


Testimonial d’eccezione di quest’anno Licia Colò, da sempre vicina alle tematiche ambientali, la quale ha offerto gratuitamente la propria immagine per uno video realizzato dall’Arma dei Carabinieri.

Il biologo Francesco Petretti, Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, ha invece moderato la presentazione del Calendario, pubblicato sul sito e sui canali social istituzionali, che si è tenuta presso il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri alla quale ha partecipato il Gen. B. Massimiliano Conti, Comandante del Raggruppamento Carabinieri Cites.

E proprio Licia Colò nel video si rivolge direttamente ai giovani: “Siete voi i nuovi custodi di questi habitat così meravigliosi e multicolori, ricchi di vita” invitandoli a conoscere e a rispettare la Natura.


La CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) siglata a Washington da oltre 180 Stati tutela le specie di flora e fauna in via di estinzione, oltre 35.000, mediante la regolamentazione del commercio di esemplari vivi, loro parti e prodotti derivati, attraverso il principio dell’uso sostenibile delle risorse e con un articolato meccanismo di certificazioni, controlli e sanzioni. 


Il traffico di specie selvatiche in via d’estinzione è stimato in 23 miliardi di dollari l’anno. Insieme a quello del legname tropicale, 100 miliardi dollari, è tra i più fiorenti commerci criminali dopo droga, armi ed esseri umani, unitamente a quelli delle opere d’arte e dei beni storico-archeologici.
Il Raggruppamento Carabinieri CITES è il reparto competente per l’applicazione in Italia della Convenzione di Washington, svolge attività di certificazione, attraverso il rilascio di circa 70.000 certificati all’anno, esegue una capillare e costante attività di controllo investigativo e di polizia giudiziaria, in applicazione della vigente normativa con i suoi 35 Nuclei, 11 Distaccamenti in area doganale ed una Sezione Operativa Centrale nell’ambito del Reparto Operativo.


Nell’ambito delle attività di prevenzione e repressione delle condotte illecite compiute ai danni delle specie CITES e di altre specie protette da trattati e convenzioni internazionali i Carabinieri hanno eseguito più di 5.000 controlli, elevato 211 verbali amministrativi, notificato ai trasgressori un importo complessivo di circa 1.500.000 euro di sanzioni, hanno inoltre deferito all’Autorità Giudiziaria 232 persone, eseguito 51 perquisizioni e 235 sequestri

Protezione Civile assume medici per Covid: come candidarsi

ROMA – La Protezione Civile è alla ricerca di 200 medici da destinare alle Regioni e Province Autonome in supporto delle strutture sanitarie per i casi di COVID-19.

L’avviso, pubblicato su sito web e canali social dell’ente, è attivo da ieri, 20 novembre, fino alle ore 20:00 del 23 novembre.

La selezione della Protezione Civile si rivolge a 200 medici abilitati all’esercizio della professione, compresi medici specializzati nelle seguenti discipline: Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza.

Protezione Civile assume: chi può partecipare e come fare

Per partecipare, è necessario compilare un form di interesse sul sito https://medicipercovid.protezionecivile.it/.

Zanardi è stabile: trasferito a Padova

MILANO – “L’ospedale San Raffaele informa che Alex Zanardi è stato trasferito presso l’ospedale di Padova”. Così una nota della struttura, dove era stato trasferito lo scorso 24 luglio.


“Il paziente-spiegano dall’ospedale milanese-ha raggiunto una condizione fisica e neurologica di generale stabilità che ha consentito il trasferimento alla struttura ospedaliera dotata di tutte le specialità cliniche necessarie e il conseguente avvicinamento al domicilio familiare”. Zanardi era rimasto vittima di un grave incidente a giugno.

“Facciamo un pacco alla Camorra” con il Commissario Mascherpa

ROMA – Ci avviciniamo al Natale e se vogliamo iniziare a pensare ai regali, noi ne proponiamo uno speciale: “Facciamo un pacco alla camorra”.

Con un semplice click Sul sito www.ncocommercio.com si possono acquistare quattro diversi pacchi con i prodotti coltivati e trasformati nei terreni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali grazie al lavoro delle persone più deboli e fragili; sulla confezione campeggia il Commissario Mascherpa in un disegno originale di Daniele Bigliardo, per 20 anni disegnatore di Dylan Dog.

Il pacco alla Camorra

La confezione “Insieme al Commissario Mascherpa” contiene pasta BIO di Gragnano trafilata al bronzo; una bottiglia di olio EVO, prodotto dalla cooperativa “Osiride” con le olive coltivate nel bene confiscato a Teano ; un sugo pronto alle olive e capperi, prodotto dalla cooperativa “Un Fiore per la vita ad Aversa” e trasformato presso la cooperativa “Al di là dei Sogni” sul bene confiscato a Maiano di Sessa Aurunca ; un torrone prodotto dalla società “Strega Alberti” a Benevento con le noccioline coltivate dalla cooperativa “La Strada” sul bene confiscato a Teano e Banditi, il terzo volume delle avventure de “Il commissario Mascherpa” pubblicato da Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato. Parte del ricavato della vendita andrà al Piano Marco Valerio che sostiene le cure per le malattie pediatriche gravi dei figli dei poliziotti.

“Facciamo un pacco alla camorra” è un progetto nato dodici anni fa dal consorzio Nuova cooperazione organizzata (N.C.O. )che in provincia di Caserta coltiva le cosiddette Terre di don Peppe Diana e si estende a una rete di associazioni di cui fanno parte il Comitato don Peppe Diana, Libera nomi e numeri contro le mafie e Cittadinanzattiva; quest’anno si è aggiunta anche la Polizia di Stato che ha voluto prestare come testimonial il Commissario Mascherpa, l’amato investigatore della nostra serie a fumetti.

foto d'archivio(foto di repertorio)

La scelta di questo pacco speciale è un dono che si arricchisce del lavoro e dell’impegno delle persone più fragili e che non vogliono sottostare alle logiche delle organizzazioni criminali e anzi rafforzano il principio che si può vivere nella legalità.

“Il pacco alla camorra non è altro che l’intera società civile che si mette insieme e costruisce il bene – spiega Simmaco Perillo presidente di Al di là dei sogni – alla loro Nco che era un’organizzazione criminale noi rispondiamo con la nostra Nco che è un’organizzazione di pace, di sviluppo, di benessere, di welfare, un’organizzazione che mira a costruire una rete che comprenda tutti a partire da chi, nell’operatività, blocca la criminalità organizzata”.

PACE il software che sostituisce la TAC

Attraverso la rielaborazione di un software nato per il monitoraggio della crosta terrestre, i ricercatori sono giunti a svilupparne un tipo in grado di rielaborare le immagini delle radiografie in immagini TAC.

ROMA – Lo sviluppo della ricerca e delle alte tecnologie realizzato dall’INGV trova applicazione anche in molte altre branche della ricerca scientifica. È il caso dello studio “Pipeline for Advanced Contrast Enhancement (PACE) of Chest X-ray in Evaluating COVID-19 Patients by Combining Bidimensional Empirical Mode Decomposition and Contrast Limited Adaptive Histogram Equalization (CLAHE)” recentemente pubblicato sulla rivista ‘Sustainability’ di MDPI, condotto in collaborazione con l’Università di Messina e l’Università di Catania, per lo sviluppo di un applicativo software chiamato “PACE” prodotto per offrire un importantissimo supporto ai radiologi nella diagnosi e nella cura delle patologie polmonari gravi come quelle causate dal COVID-19.

Infatti, è venuta in aiuto alla diagnostica per immagini applicata ai pazienti affetti da patologie polmonari quella normalmente utilizzata dall’INGV per caratterizzare lo “stato di salute” della crosta terrestre.

L’analogia tra l’interno della Terra e interno dei polmoni può apparire alquanto audace”, afferma Massimo Chiappini, ricercatore dell’INGV e coautore dell’iniziativa. “Tuttavia questa ricerca nasce proprio dall’intuizione di utilizzare su immagini mediche le stesse tecniche di trattamento delle immagini che utilizziamo normalmente per la rappresentazione del sottosuolo nelle aree soggette a rischio sismico, vulcanico o ambientale”.

È noto infatti che per i pazienti affetti da gravi patologie polmonari come, negli ultimi tempi il COVID-19, la valutazione radiologica di lesioni polmonari è indispensabile sia per il monitoraggio dell’evoluzione della malattia sia per valutare la risposta alle specifiche terapie. Tuttavia, quest’attività è resa complessa dal fatto che i pazienti, specialmente nelle fasi acute della malattia, non sono collaborativi e/o si trovano in terapia intensiva. In tali situazioni, inoltre, i radiogrammi sono effettuati spesso con strumenti radiografici portatili che, spesso, producono immagini artefatte che ne riducono la leggibilità.

Pertanto, il software PACE, sviluppato dal team multidisciplinare dei ricercatori dell’INGV, dell’Università di Messina (guidato dal prof. Giovanni Finocchio del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT) e dal prof. Giuseppe Cicero del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali) e dell’Università di Catania (guidato dai proff.i Giulio Siracusano e Aurelio La Corte), è stato ideato per risolvere questi problemi di rappresentazione grafica ottimizzando al massimo il contrasto delle immagini radiografiche del torace.

Ad oggi, vista l’urgenza, i medici l’hanno applicato alle immagini raccolte sui pazienti COVID-19 del Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina: con PACE è migliorata significativamente la lettura del radiogramma da parte del radiologo. L’algoritmo, infatti, combina lo stato dell’arte di applicativi numerici di elaborazione delle immagini, quali la decomposizione empirica bi-dimensionale, il filtro omomorfico e l’equalizzazione adattiva dell’istogramma in modo opportuno.

Dal punto di vista clinico” – afferma il prof. Gaeta del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali dell’Ateneo di Messina, “è stato fondamentale verificare che le informazioni aggiuntive prodotte da PACE fossero reali. Per far questo, sono state effettuate e confrontate congiuntamente le radiografie del torace e quelle delle TAC tradizionali: il grande successo è stato quello di verificare che le lesioni aggiuntive che il software PACE rilevava nelle semplici immagini radiografiche fossero tutte confermate dalle TAC”.

La ricaduta del software ideato da INGV e dalle Università siciliane è rilevantissima in ambito sociale” afferma Massimo Chiappini.  “Tra i vantaggi, infatti, oltre la evidente riduzione dei costi e di tempi derivante dalla non indispensabilità dei macchinari per la TAC per avere identici risultati diagnostici utili, con l’uso di PACE è sufficiente effettuare un solo intervento sul paziente per l’esame radiografico con un minor rischio di diffusione di malattie virali anche tra gli operatori sanitari come nel caso del COVID-19. Inoltre, questa tecnologia offre la possibilità di applicarla anche in condizioni limite dove l’accesso alla diagnostica TAC non è agevole sia per l’alto numero di degenti interessati sia per i costi della macchina stessa che, nelle aree economicamente poco sviluppate, quali l’Africa ed il Sud America, rappresenta una strumentazione proibitiva”.   

Dato l’alto interesse riscontrato in ambito medico, tutti i risultati della ricerca sono a stati messi a disposizione della comunità scientifica liberamente.

Stradale: scoperte le truffe del cronotachigrafo

RICCIONE – C’è chi aveva un telecomando speciale e chi invece montava un doppio cronotachigrafo e anche chi, attraverso un dispositivo, limitava l’uso dell’additivo che tutela l’ambiente.

Questi escamotage sono stati scoperti dalla polizia Stradale di Riccione nell’ambito dei controlli dell’uso corretto dei dispositivi previsti per gli autotrasportatori.

Le particolari anomalie sono state contestate a 3 conducenti di autoarticolati provenienti dalla Puglia.

Durante il controllo del primo veicolo gli agenti si sono accorti che i dati contenuti nel cronotachigrafo presentavano delle irregolarità: vi erano numerose interruzioni di corrente non giustificate di cui il conducente non “sapeva” dare spiegazione.

Da un’accurata ispezione del mezzo, i poliziotti hanno notato un telecomando come quello destinato all’apertura dei cancelli automatici che in realtà attivava o inibiva il regolare funzionamento del cronotachigrafo; tale dispositivo permetteva al conducente di effettuare periodi superiori di guida rispetto a quelli previsti dalla legge che invece stabilisce intervalli maggiori di riposo.

Singolare, invece, l’escamotage trovato nel secondo veicolo controllato. In questo, gli agenti hanno riscontrato la presenza di un doppio cronotachigrafo così da eludere i controlli previsti dalle Forze dell’ordine.

Nel terzo mezzo pesante, invece, era stato montato un apparecchio elettronico che simulava l’impiego dell’additivo “ad blue” previsto dalla legge per limitare l’inquinamento atmosferico.

Ai tre conducenti è stata ritirata la patente e contestata la violazione del cronotachigrafo alterato che prevede una sanzione amministrativa di quasi 2mila euro.

Stessa sorte anche per le rispettive società a cui sono state contestate le violazioni.