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ZAVATTINI LIVE – FILM E AUTORI DA NON PERDERE DI VISTA

Martedì 15 dicembre 2020 – Ore 18:30

MONDO ZA

di Gianfranco Pannone

Introducono il film 

Gianfranco Pannone e Primo Giroldini

ROMA – All’incontro partecipano

Antonio Medici – direttore Premio Zavattini UnArchive

Aurora Palandrani – CDA AAMOD

Roberto Roversi – presidente Arci UCCA

Antonio Borrelli – vicepresidente Arci UCCA

On line su sulle pagine FB ufficiali del Premio Zavattini e di Arci Ucca

https://www.facebook.com/PremioZavattini
https://www.facebook.com/UCCApagina

e sul canale YouTube AAMOD

https://www.youtube.com/AAMODAAMOD

Il film è film disponibile gratuitamente sulla piattaforma Youtube dell’AAMOD dalle 8 di martedì 15 dicembre a mezzanotte di giovedì 17 dicembre 2020. 

Ultimo appuntamento di dicembre con la rassegna Zavattini Live. Film e autori da non perdere di vista, dedicata all’approfondimento di alcune opere realizzate con il riuso creativo del materiale d’archivio. Martedì 15 dicembre è la volta di Mondo Za di Gianfranco Pannone, un film documentario incentrato sulla figura di Cesare Zavattini nel suo rapporto con la Bassa reggiana: una relazione di reciprocità ricca e complessa, che in questo film intreccia passato e presente, creando un nuovo tempo sospeso attraverso le testimonianze di quattro uomini d’età e condizioni sociali diverse. Un film a partire dal grande Za, padre del Neorealismo italiano e di tante iniziative per costruire un cinema “altro”, che incontra idealmente la sua gente in questo pezzo d’Emilia lambito dal fiume Po. A parlarne, a partire dalle ore 18:30, saranno il regista Gianfranco Pannone e il produttore del film Primo Giroldini, in compagnia di Antonio Medici, direttore del Premio Zavattini, Aurora Palandrani, CdA AAMOD, Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci UCCA. L’iniziativa andrà in onda in streaming sui canali ufficiali FB del Premio Zavattini e di Arci UCCA e sul canale YouTube dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Il film sarà invece visibile gratuitamente sulla piattaforma YouTube dell’Aamod dalle 8 di martedì 15 dicembre a mezzanotte di giovedì 17 dicembre 2020. 

SINOSSI

Wainer, insieme a suo fratello Rino, va spesso a pescare al fiume, dove oggi spadroneggiano i pesci siluro, che divorano tutto. Senza più lavoro, Wainer si interroga, con qualche rimpianto, sulla propria famiglia di tradizioni partigiane e antifasciste. Gli ideali e le aspettative in un mondo migliore hanno ceduto il passo alla delusione.Leo, detto Pavone, è l’ultimo dei pittori naif. Sempre in compagnia del piccolo cane Tupin, dipinge con passione e con rabbia, perché come pittore si sente limitato. Passa le giornate sui suoi ingenui quadretti e a governare i cavalli, oltre che a contemplare la bella barista che lavora a poca distanza dal vecchio casale in cui vive da solo.Giovanni, pensionato ed ex militante comunista, fotografa ogni angolo della Bassa. Da piccolo conosceva Ligabue, il pittore randagio di origine svizzera ma simbolo di questa terra; e guarda al proprio passato politico con spirito critico ma amorevole.Prince è l’unico che viene da fuori. Africano di vent’anni originario del Ghana, ha conosciuto la poetica di Zavattini. Che ora “rappa” con le sue canzoni composte insieme all’amico e coetaneo Luck-Man. I due ragazzi rappresentano il nuovo in questa terra tanto ancorata alla propria storia lontana e recente. Di fatto impediscono, con le loro semplici canzoni ispirate a Zavattini, che il Maestro sia dimenticato.La Bassa è ormai casa per loro, anche grazie al pittore Ligabue, che immaginava qui la sua Africa, fatta di bestie feroci vicine al suo inquieto stato d’animo. E casa, la Bassa, lo è anche per gli indiani del Punjab, che ora governano le aziende agricole e i cui figli parlano con uno spiccato accento emiliano.

Testo alternativo

NOTE DI REGIA

La Bassa reggiana come luogo dell’ anima. Una terra piatta, dove l’orizzonte si perde. La sua gente reagisce a questa mancanza con passione e calore, unendo alla ragione una creativa, generosa “follia”. Il Po è una lunga linea che traccia un confine ed è al fiume che si rivolgono i “paesan” per placare le proprie ansie. Così faceva anche Cesare Zavattini, che era di queste parti e che a Luzzara, il paese dove è nato, tornava spesso, magari per passare le mattine al bar, a parlare con la gente del posto nel bel dialetto musicale di questa terra. La poetica dell’incanto di fronte alla realtà l’ha ereditata proprio dalla sua Bassa, terra di artisti e di matti, ma anche di accesa vis politica. E oggi? Oggi le tracce di Zavattini le puoi trovare qua e là nella Bassa. In un vecchio e solitario pittore naif che sembra uscito da un racconto dello stesso scrittore luzzarese, come in un ragazzo africano emigrato con la famiglia da queste parti, che in inglese (ma senza tralasciare il dialetto locale) rappa versi e pensieri del grande Za. E sullo sfondo vaga il fantasma di Ligabue, il pittore svizzero che finì da queste parti e che, vivendo come un clochard nella boscaglia fuori il paese di Gualtieri, con la sua arte trasformò la Bassa in un’Africa lussureggiante. Cose così accadono in questa terra di confine, fuori piatta e monotona, dentro inquieta è mai doma. E Zavattini sorveglia su tutto e su tutti, come un padre bambino sempre vicino agli umili.

Testo alternativo

GIANFRANCO PANNONE

Regista e sceneggiatore, laureato in Lettere moderne e diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra il 1991 e il 1998 ha prodotto e diretto la Trilogia dell’America (Piccola America, Lettere dall’America, L’America a Roma) e nel 2001 Latina/Littoria, premiato come miglior film documentario al Torino Film Festival. Tra i suoi medio e lungometraggi ricordiamo: Pomodori (1999), Sirena operaia (2000), Pietre, miracoli e petrolio (2004), Io che amo solo te (2005), Cronisti di strada (2006), Il sol dell’avvenire (2008) – evento speciale al Festival di Locarno, ma che Storia… – presentato nel corso dell’edizione 2010 del Festival del Cinema di Venezia, Scorie in libertà (2011-2012), Ebrei a Roma – evento speciale presentato alla Festa del Cinema di Roma 2012. Del 2014 il lungometraggio Sul vulcano, finalista ai David di Donatello e ai Nastri d’argento. I suoi lavori gli sono valsi la partecipazione a molti festival italiani e internazionali. Socio fondatore di Doc/It e membro dell’associazione 100autori, è responsabile del Laboratorio di Cinema documentario al Dams dell’Università Roma Tre e professore al CSC-Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

NOTE

Materiale stampa scaricabile su http://scrittoio.net/portfolio/mondo-za/

Testo alternativo

SCHEDA TECNICA

Mondo Za 
un film di Gianfranco Pannone

scritto da Nico Carrato, Primo Giroldini e Gianfranco Pannone
prodotto da Primo Giroldini e Giovanna Beghi
per Effetto Notte e Poligraphic
in associazione con Aamod, Movimento Film 
produttori associati Mario Mazzarotto e Gianfranco Pannone
in collaborazione con Raicinema e Emilia Romagna Film Commission
e con BPER Banca, Conad, Fondazione Un paese 
musica originale Daniele Furlati
montaggio Nicola Tasso
fotografia Pierpolo Pessini
regia di Gianfranco Pannone
80 minuti – Italia 2017

PREMIO ZAVATTINI
Sito ufficiale: http://premiozavattini.it
Pagina FB: https://www.facebook.com/PremioZavattini 

Il Premio Zavattini è promosso e organizzato dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, con il sostegno del MIBACT, della Regione Lazio, dell’Istituto Luce Cinecittà e di Nuovo Imaie,con la collaborazione di Cineteca SardaArchivio Cinema del Reale OfficinaVisioniDeriva FilmArci UccaFiccBookciak, Azione!HomemoviesArchivio delle Memorie Migranti. Media partner: Radio Radicale e Diari di cineclub.

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ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO

Telefono +39  06 57305447 – e-mail   eventi@aamod.it

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ZAVATTINI LIVE FILM E AUTORI DA NON PERDERE DI VISTA

Mercoledì 25 novembre – Ore 18:30

DOVE BISOGNA STARE

di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli

Introducono il film i registi

Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli

All’incontro partecipano

Antonio Medici – direttore Premio Zavattini UnArchive

Aurora Palandrani – CDA AAMOD

Roberto Roversi – presidente Arci UCCA

Antonio Borrelli – vicepresidente Arci UCCA

On line su sulle pagine FB ufficiali del Premio Zavattini e di Arci Ucca

Il film è visibile in streaming su Zalab

Secondo appuntamento con la rassegna Zavattini Live. Film e autori da non perdere di vistamercoledì 25 novembre 2020 l’appuntamento di approfondimento organizzato dal Premio Zavattini UnArchive in collaborazione con Arci UCCA, dedicato a film, di finzione e documentari che utilizzano in modo creativo e originale i materiali tratti da archivi audiovisivi, sarà incentrato sull’opera Dove bisogna stare di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli.

“Questo documentario – afferma il regista – racconta di una possibile risposta a questi tempi cupi. Non racconta l’immigrazione dal punto di vista di chi sceglie di partire o è costretto a farlo: è innanzitutto un film su di noi, sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo e di condividerne il destino.”

Gaglianone sarà presente all’incontro insieme ad Antonio Medici, direttore del Premio Zavattini, Aurora Palandrani, CdA AAMOD, Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci UCCA. La diretta streaming, poi sempre visibile sui canali ufficiali FB del Premio Zavattini e di Arci UCCA, andrà in onda alle ore 18:30. Il film Dove bisogna stare è disponibile sulla piattaforma streaming di ZaLab.

La rassegna proseguirà il 2 dicembre con Arrivederci Saigon di Wilma Labate. 

Gli incontri della rassegna Zavattini live” sono visibili anche sul canale YouTube dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico)

SINOSSI

Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì.

Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

NOTE DI PRODUZIONE

C’è un paese raccontato come terrorizzato dalle migrazioni e violentemente ostile nei confronti dei migranti. Su questa narrazione, una parte del ceto politico continua a costruire la propria identità e le proprie fortune elettorali. Un’altra parte del ceto politico sembra invece incapace di parlare ad un paese spaventato e sempre più aggressivo.

Ma esiste anche un altro paese, che pratica solidarietà e lotta per i diritti ogni giorno, in maniera spesso informale e non strutturata. Non è professionismo, e a volte non è nemmeno esattamente militanza. Dove bisogna stare racconta quattro donne, di età diverse, che in luoghi diversi sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune o quello spacciato come tale. Donne che appaiono fuori luogo rispetto alla narrazione dominante, quasi incomprensibili. Ascoltando i loro racconti e restituendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità. Scopriamo che non stanno fuori luogo, ma in un luogo molto reale, nel luogo in cui sentono di avere bisogno di stare.

In opposizione alla retorica folle dell’invasione e della chiusura, e a quella dei raffinati ragionamenti dei benpensanti per mestiere, sono persone come Elena, Georgia, Jessica, Lorena la speranza per provare ad uscire assieme dai problemi e dalle tensioni causate da un fenomeno epocale come le migrazioni, fenomeno che fa emergere con forza le contraddizioni e le ingiustizie della nostra società.

Se c’è un aldilà sono fottuto.

Vita e cinema di Claudio Caligari

di Simone Isola e Fausto Trombetta

Introducono il film

Simone Isola e Valerio Mastandrea

ROMA . Inizierà mercoledì 18 novembre 2020 alle ore 18.30, la rassegna online organizzata dal Premio Zavattini UnArchive in collaborazione con ARCI UCCA dedicata a film, di finzione e documentari, che utilizzano in modo creativo e originale i materiali tratti da archivi filmici e televisivi. Il primo appuntamento, in diretta streaming sulle pagine FB ufficiali del Premio Zavattini e di Arci Ucca, è con Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari (2018) di Simone Isola e Fausto Trombetta. Il film, parabola biografica e artistica di un regista dalla grande libertà e coerenza espressiva, verrà introdotto dal regista Simone Isola e da Valerio Mastandrea, interprete al fianco di Caligari nella produzione del suo ultimo film, Non essere cattivo (2015). L’incontro sarà moderato dal direttore del Premio Zavattini Antonio Medici, dalla coordinatrice Aurora Palandrani e da Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci Ucca. Il film è visibile in versione integrale su RaiPlay

La rassegna continuerà il 25 novembre con Dove bisogna stare di Daniele Gaglianone e Arrivederci Saigon di Wilma Labate. Nel mese di Dicembre 2020 seguiranno altri appuntamenti che verranno comunicati a breve.

SINOSSI

Vita e Cinema sono nella parabola umana di Claudio Caligari due elementi indissolubili.

Il film li racconta attraverso le tappe della lavorazione di Non essere cattivo, con le immagini e i ricordi di attori e tecnici di quella troupe/famiglia che si è stretta attorno a lui consentendogli di portare a termine il suo terzo ed ultimo film.

Il film è una lucida e profonda riflessione su uno degli autori più ‘misteriosi’ del nostro cinema, che ci ha lasciato prematuramente con una filmografia di soli tre titoli.

Seguendo le tappe fondamentali della lavorazione della sua ultima fatica, Non essere cattivo, il documentario offre il ritratto appassionato di un uomo e di un cineasta che ci ha regalato, con la sua coerenza etica ed estetica, delle opere di grande libertà espressiva. Ai margini dell’industria, lontano dai riflettori, outsider per scelta (non soltanto sua), Caligari è entrato nel culto raccontando la tossicodipendenza di un gruppo di giovani di Ostia nel suo primo film, Amore tossico, presentato alla Mostra di Venezia nel 1983.

Cantore della strada, degli “ultimi”, senza pietismo né commiserazione, il regista è poi tornato dietro la macchina da presa solo quindici anni dopo, nel 1998, portando sullo schermo la violenza di una banda di rapinatori romani con L’odore della notte. Protagonisti di quel film Giorgio Tirabassi, Marco Giallini e Valerio Mastandrea.

Proprio quest’ultimo, negli anni rimasto legato al regista, lo ha accompagnato nella difficile realizzazione della sua ultima opera, presentata postuma sempre a Venezia, accolta da applausi e lacrime.

Note di regia

Più di qualcuno in questi due anni ha sollecitato la realizzazione di un film su Claudio Caligari. Abbiamo preferito far scorrere del tempo per riflettere e reprimere un po’ di disagio nell’affrontare la sua storia. Forse perché detestiamo la retorica, ma anche la retorica sulla retorica, il cinismo, la volontà di trarre conclusioni dietro la tastiera di un computer. Ora, a distanza di qualche anno dall’uscita di Non essere cattivo, è possibile accostarsi a un personaggio così complesso e al tempo stesso affascinante con il dovuto distacco e con la necessaria lucidità.
Pochi incontri non possono bastare a carpire l’essenza di un uomo di sessantasette anni, con un intenso vissuto alle spalle. Le impressioni che si traggono non possono che essere parziali, magari lontane dalla realtà.

Non è dunque nostro obiettivo rispondere ai soliti quesiti, al perché Claudio Caligari si sia ritrovato più o meno coscientemente ai margini del sistema cinematografico né indagare sui torti subiti e sui mancati riconoscimenti. Ora più che mai sono i film a parlare di lui e a farcelo conoscere. Vogliamo semplicemente riflettere sul percorso di un autore coerente con le proprie idee di cinema e di vita, geloso delle sue convinzioni, intransigente anche con sé stesso, che ha riversato la sua personalità nelle poche opere che è riuscito a realizzare con quella libertà espressiva che riteneva inderogabile.

Testo alternativo

Scheda tecnica

Regia: Simone Isola, Fausto Trombetta
Produzione: Kimerafilm (Paolo Bogna, Simone Isola), Rai Cinema, Minerva Pictures
Durata: 105’
Lingua: italiano
Paesi: Italia
Interpreti: Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, Adelina Ponti
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Mario Marrone
Musica: Marco De Annuntiis

ZAVATTINI LIVE FILM E AUTORI DA NON PERDERE DI VISTA

Partono in diretta live social una serie di presentazioni di film, reperibili in streaming, che hanno utilizzato in modo significativo ed originale la memoria d’archivio. Ospiti gli autori e i protagonisti per una rassegna cinematografica virtuale, realizzata dal Premio Zavattini UnArchive in collaborazione con Arci Ucca

On line su sulle pagine FB ufficiali del Premio Zavattini e di Arci Ucca

https://www.facebook.com/PremioZavattini
https://www.facebook.com/UCCApagina

ROMA – Il primo appuntamento è per Mercoledì 18 Novembre 2020dalle 18.30 alle 19.30, con la presentazione del film Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari (2018, disponibile su RaiPlay) di Simone Isola e Fausto Trombetta, che vi ritraggono la parabola biografica e artistica di un regista dalla grande libertà e coerenza espressiva.

Ne parleranno Simone Isola e Valerio Mastandrea, che è stato al fianco di Caligari nella produzione del suo ultimo film, Non essere cattivo (2015). 

Il secondo appuntamento è per Mercoledì 25 Novembre 2020, sempre dalle 18.30 alle 19.30: Daniele Gaglianone presenta il suo Dove bisogna stare (2018, disponibile sulla piattaforma streaming di ZaLab), un film che restituisce l’impegno di quattro donne nell’accoglienza dei migranti, ponendo questioni complesse e ineludibili all’Italia di oggi.

Mercoledì 2 Dicembre 2020, dalle 18.30 alle 19.30, sarà presentato Arrivederci Saigon (2018 disponibile su RaiPlay), un film di Wilma Labate che ripercorre la storia di cinque ragazze che nel 1968 partirono per una tourèe in Estremo Oriente: erano “Le Stars”, uno dei rari gruppi femminili italiani dell’epoca. Ne parleranno la regista Wilma Labate e il montatore Mario Marrone.

Gli incontri saranno moderati dal direttore del Premio Zavattini Antonio Medici, dalla coordinatrice Aurora Palandrani e da Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci Ucca.

L’iniziativa, organizzata dal Premio Cesare Zavattini/UnArchive in collaborazione con Arci Ucca, intende promuovere la visione e la conoscenza di film, di finzione e documentari, che utilizzano in modo creativo e originale i materiali tratti da archivi filmici e televisivi. Le presentazioni live si terranno sui canali social ufficiali del Premio Zavattini (https://www.facebook.com/PremioZavattini) e di Arci Ucca (https://www.facebook.com/UCCApagina); la presentazione di Dove bisogna stare andrà in diretta anche sulla pagina social di ZaLab (https://www.facebook.com/zaLab/).

Nel mese di Dicembre 2020 seguiranno altri appuntamenti.

IL PREMIO ZAVATTINI PREMIA I TRE PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2019/2020

Caterina Biasucci, Marco Signoretti e Lorenzo Conte: autori sul riuso del cinema d’archivio realizzati nella fase del lockdown

ROMA – Sono Il mare che non muore di Caterina Biasiucci, Lo chiamavano Cargo di Marco Signoretti e L’angelo della storia di Lorenzo Conte i tre progetti vincitori della quarta edizione del Premio Zavattini (2019/20) che ieri sera sono stati premiati nell’ambito della cerimonia conclusiva dell’iniziativa dedicata al riuso creativo della memoria d’archivio, quest’anno svoltasi in collaborazione con “L’Aperossa UnArchive“, nella cornice del Teatro della Garbatella a Roma.

Presenti sul palco Vincenzo Vita, presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Antonio Medici, direttore del Premio, Gianfranco Pannone, presidente della giuria esaminatrice, Enrico Bufalini, direttore archivi Istituto Luce Cinecittà, Stefania Parigi (docente dell’Università Roma Tre e componente della giuria), Aurora Palandrani e Luca Ricciardi (cda AAMOD) che hanno ricordato il valore di riutilizzo dei materiali attraverso l’opera d’ingegno e il talento delle nuove generazioni. Parola d’ordine: ricontestualizzare le opere del passato per farle vivere con la propria creatività nel presente attraverso un linguaggio dinamico, emozionale e diretto: questa è la prospettiva che ha portato alla scelta delle tre opere, costruite peraltro nell’ambito di una complessità particolarissima (il lavoro a distanza e solitario in epoca Covid-19)  ma anche di una libertà di utilizzo tematico e di approccio personale al lavoro sulla base di materiali archivistici concessi gratuitamente dai partner dell’iniziativa.

I PROGETTI VINCITORI

Testo alternativo

Il mare che non muore di Caterina Biasiucci

Il racconto di una rinascita femminile interiore attraverso l’immersione – fisica e psichica- nel ricordo di una vita passata che si rende attuale nel presente. Il mare è la dimora di tutto ciò che si è perduto, avuto, desiderato ed è il protagonista di un percorso mnemonico che fa ritorno al grembo materno da cui è scaturita la vita.

Motivazione: “Per la sua originale e suggestiva rielaborazione della memoria familiare e autobiografica, che intreccia il tempo della storia e il tempo dell’esistenza sotto il segno dell’identità femminile. Il racconto, fondato sui flussi del ricordo, ci immerge in atmosfere e visioni che hanno un carattere corporeo e fantastico, reale e fiabesco, legato all’orizzonte degli archetipi e dei miti. La dimensione sonora accentua con particolare forza espressiva il tono evocativo e interiore delle immagini.”

Testo alternativo

Lo chiamavano Cargo di Marco Signoretti.

Un cortometraggio meta-western e picaresco che, sposando la forma del mockumentary, ricostruisce sulla base di immagini e suoni d’archivio il viaggio di un cineasta nel

Mezzogiorno degli anni ’60. A fargli da guida sarà un ex bandito “prestato” al cinema che – dopo anni di esilio forzato – tornerà nella sua terra nella speranza di potersi finalmente vendicare de nemico che gli ha tolto tutto: l’esercito degli Stati Uniti.

Motivazione: “Per l’umorismo che lo connota, una sensibilità alla storia sociale e un’attenzione al cosiddetto cinema minore italiano, qui visto attraverso gli Spaghetti western. In più l’autore, Marco Signoretti, con il suo teaser mostra di avere non poca consapevolezza delle potenzialità linguistiche ed espressive del cinema. Cargo ci immerge, fin dalla scrittura, in un’Italia del Sud povera ed esotica, problematica e ricca di storia, vista in particolare attraverso il filtro della documentaristica sociale e politicamente impegnata degli anni sessanta e settanta, con il contrappunto di suoni e musiche dell’epica western, che ci fa pensare a un documentario capace di raccontare un’Italia ancora non del tutto esplorata.”

L’angelo della storia di Lorenzo Conte

Partendo dall’ultimo discorso alla nazione di Allende e rievocando gli eventi dell’11 settembre 1973 che portarono alla dittatura di Pinochet,  il progetto è concepito per l’utilizzo di materiali d’archivio che tentano di sovvertire l’ineluttabilità della Storia, su una linea immaginaria di ipotesi “ehat if” in contrapposizione alla realtà dei fatti. Un progetto che vuole essere fonte di memoria e di riflessione per l’oggi, in un epoca di sovranismi e ritorno dei fascismi non solo in America latina, ma in tutto il mondo.

Testo alternativo

Motivazione: “Per la capacità di coniugare l’urgenza di una riflessione storica, che peraltro appare oggi più che mai necessaria in Cile, con la dimensione della scelta e della responsabilità individuale creando una forte tensione narrativa e un interessante conflitto drammaturgico. L’uso dell’archivio che mostra l’ultimo discorso di Salvador Allende ed in particolare il suono delle sue parole ricontestualizzato nella forma della soggettiva visiva e sonora è complesso eppure risolto con naturalezza mentre la messa in scena della parte finzionale nella sua elegante semplicità rende merito alla scelta del film ibrido.”

PREMIO ZAVATTINI
Sito ufficiale: http://premiozavattini.it
Pagina FB: https://www.facebook.com/PremioZavattini 

CERIMONIA DI PREMIAZIONE PROGETTI VINCITORI

PREMIO ZAVATTINI 2019-20

Teatro Garbatella

Piazza Giovanni da Triora 15 –  Roma

Serata ad inviti

Posti limitati – Ingresso con mascherina

Ingresso su prenotazione obbligatoria alla mail

info@premiozavattini.it

ROMA – Si terrà Martedì 20 Ottobre 2020, alle ore 21:00, presso il Teatro Garbatella (piazza Giovanni da Triora 15, Roma), la cerimonia di premiazione dei filmmaker vincitori della IV edizione del Premio Zavattini, Caterina Biasiucci, Lorenzo Conte e Marco Signoretti. L’iniziativa fa parte della manifestazione L’Aperossa UnArchive, un evento inserito nella sezione “risonanze” della Festa del Cinema di Roma.

Nel corso della serata, gli autori presenteranno il loro cortometraggi e riceveranno dalla Giuria, presieduta da Gianfranco Pannone e composta da Gianluca Arcopinto, Ilaria Fraioli, Angelo Musciagna e Stefania Parigi, i riconoscimenti previsti dal Premio Zavattini. Introdurrà la cermonia il direttore del Premio Antonio Medici e interverranno per i saluti istituzionali il Presidente della Fondazione Aamod, Vincenzo Vita, e alcuni dei rappresentanti degli enti sostenitori e partner dell’iniziativa: Enrico Bufalini, direttore dell’archivio storico di Istituto Luce Cinecittà, Andrea Micciché, presidente del Nuovo Imaie e Gabriella Gallozzi, direttrice del Premio “Bookciak, Azione!”.

Per accedere alla Cerimonia è necessario l’invito, che si può scaricare di seguito, ed è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo info@premiozavattini.it.

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ECCO I NOVE PROGETTI SELEZIONATI PER IL PREMIO ZAVATTINI 2020/21

Riuniti, tra sede AAMOD e web, direzione, Giuria e partner della V edizione, per la presentazione delle opere scelte su un record di ben 72 candidature

Allegro ma non troppo di Francesco Romagnolo, Ballare sempre ballare hardcore di Jacopo Babuscio e Claudia Toto, Estraneo di Filippo Loccioni e John Alex Siciliani, Di padre in figlio di Vittoria Scutifero, Heimat di Giovanni Montagnana, Il comunismo prima di me di Davide Crudetti, Potessi dirti addio di Claudio Balboni e Roberta Martinelli, Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati, Seize the times 2020 di Marco Scola Di Mambro: sono questi i progetti ammessi al percorso formativo e di sviluppo della nuova edizione del Premio Zavattini 2020/21 presentati dagli stessi candidati nell’incontro in diretta streaming sulla pagina FB del Premio che si è svolto sabato scorso, 3 ottobre, presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma.

La giuria, presieduta da Laura Delli Colli e composta da Simone IsolaValentina PediciniPatrizia Penzo e Paola Scarnati, ha inoltre ammesso le autrici di un decimo progetto in qualità di “uditrici”, Martina Citarella e Isabel Florencia Baeza con L’ira può affievolirsi però il fuoco sopravvive.

“Nell’esperienza del Premio Zavattini, la memoria si va a riorganizzare in un sapere diverso – ha affermato Vincenzo Vita, presidente della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico – dal momento che lavorare sul materiale passato vuole rappresentare una sorta di miccia che accende una nuova forma di creatività, una sorta di interattività non appiattita, un modo di valorizzare nuove forme generazionali.”

“Sono tre anni che l’Istituto partecipa al Premio con grandissima soddisfazione” – ha continuato Cristiano Migliorelli, responsabile relazioni esterne dell’Istituto Luce-Cinecittà. “I nostri archivi, che apparentemente potrebbero sembrare statici agli occhi della gente, sono una fonte attiva e dinamica che stimola l’interesse proprio dei giovani partecipanti accorciando le distanze con il tempo del passato immortalato nelle riprese della storia. È fondamentale che il patrimonio audiovisivo che si trasmette attraverso la memoria degli archivi possa incontrare sempre nuove generazioni, le uniche a poterla reinterpretare e renderla attuale.”

“Insieme ai colleghi abbiamo svolto un lavoro di selezione non facile ma in totale armonia, data la qualità delle proposte arrivate e i contenuti perfettamente in linea con le caratteristiche del bando” – ha dichiarato Laura Delli Colli, presidente della Giuria dell’attuale edizione. “Il Premio Zavattini negli ultimi anni si è imposto nell’ambito di festival nazionali e internazionali soprattutto in virtù della considerazione dell’uso della percezione della memoria d’archivio che propone: non si tratta infatti di far realizzare un documentario vero e proprio, ma stimolare una memoria viva attraverso il lavoro di giovani menti creative”.

“I progetti erano ben 72 – ha ricordato Paola Scarnati, tra i fondatori dell’AAMOD – e arrivare a questa selezione è stata un’impresa ardua e allo stesso tempo dilaniante, per aver l’obbligo di scartare proposte comunque validissime e che hanno dimostrato da parte di tutti i ragazzi e ragazze una comprensione totale dello spirito del Premio.”

“Avere a disposizione una grandissima scelta di materiali di repertorio  – ha esortato Patrizia Penzo, montatrice e componente della Giuria – è la straordinaria possibilità che hanno i partecipanti proprio attraverso questo Premio e che speriamo possano utilizzare nella maniera più fantasiosa.”

“Oggi nella realizzazione di un audiovisivo spesso è importante – ha concluso Simone Isola – l’inserimento del materiale d’archivio, che è sicuramente un arricchimento dell’opera da produrre e che anzi può essere un punto di partenza metodologico per lo sviluppo di nuovi materiali filmici.”

Gli autori e le autrici dei progetti finalisti, sempre sabato 3 ottobre, hanno incontrato nel corso della mattina il direttore del Premio Antonio Medici, che ha introdotto l’iniziativa insieme alla coordinatrice Aurora Palandrani, ed ha approfondito alcuni aspetti dell’opera e delle istanze teoriche di Cesare Zavattini. Nel pomeriggio è iniziato il confronto con i tutor Luca OnoratiLuca Ricciardi e Adele Tulli. Domenica 4 ottobre si è svolto l’incontro con Giacomo Ravesi (Università Roma Tre) dal titolo “Sepolti nella luce Archivio, film-saggio, found footage film”. Si è così avviato  il percorso formativo e di sviluppo previsto dal Premio, che sarà tenuto da importanti professionisti del cinema italiano tra ottobre e dicembre 2020.

PREMIO ZAVATTINI 2020-21 Oltre settanta i progetti pervenuti per la quinta edizione. Al via il lavoro di selezione della nuova giuria, presieduta da Laura Delli Colli

ROMA – Il lockdown dovuto alla pandemia non ha fermato la creatività, l’ha anzi incoraggiata! La quinta edizione del Premio Cesare Zavattini ha infatti registrato una consistente partecipazione dei giovani iscritti al bando 2020/21, scaduto lo scorso 10 settembre. Oltre settanta sono stati i progetti pervenuti, una cifra di gran lunga superiore alle precedenti edizioni, a testimonianza del crescente interesse da parte di giovani film-maker a misurarsi con il riuso creativo del cinema d’archivio. La Giuria che valuterà le proposte sarà quest’anno presieduta da Laura Delli Colli, presidente della Fondazione Cinema per Roma e del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, ed è composta da Simone Isola, produttore e docente presso La Sapienza Università di Roma, Valentina Pedicini, regista e sceneggiatrice, Patrizia Penzo, montatrice e Paola Scarnati, tra i fondatori dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, esperta di conservazione dei beni audiovisivi.

“Ringrazio gli autori e le autrici dei progetti pervenuti – dichiara Antonio Medici, direttore del Premio – per l’interesse mostrato verso la nostra iniziativa. Hanno sicuramente dedicato tempo ad esplorare il patrimonio dell’AAMOD e degli archivi partner e hanno messo la loro creatività al servizio di un approccio speriamo innovativo verso il materiale d’archivio. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non è stato possibile promuovere il Premio Zavattini con iniziative territoriali, proiezioni, incontri; abbiamo tuttavia utilizzato i social media organizzando alcune iniziative online e gli esiti, nonostante la situazione globale, sono stati molto incoraggianti. Si è trattato di un risultato ottenuto grazie al gruppo di lavoro del Premio, alla comunità che si è creata intorno ad esso, all’impegno della Fondazione AAMOD, degli enti che sostengono l’iniziativa e di tutti i partner coinvolti.”

Nei prossimi giorni la Giuria sceglierà, tra tutte quelle pervenute, le nove migliori proposte per originalità, sperimentazione, peculiarità nel riuso del cinema d’archivio, che saranno presentate in una conferenza stampa. I rispettivi autori potranno così partecipare, in qualità di finalisti, al percorso di formazione e sviluppo con importanti professionisti del cinema italiano offerto dal Premio Zavattini. Al termine, la stessa Giuria sceglierà tre progetti vincitori che, oltre a poter utilizzare liberamente il materiale filmico dell’AAMOD, dell’Istituto Luce Cinecittà, di Home Movies, dell’Archivio delle Memorie Migranti e degli altri archivi partner, riceveranno servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e il riconoscimento di 2000 euro per ciascun progetto realizzato. 

Il Premio Zavattini alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con “Bookciak, azione!” Martedì 1 settembre 2020 – Ore 21:00 CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL “PREMIO BOOKCIAK, AZIONE!” A seguire, proiezione di DOMANI CHISSA’, FORSE di Chiara Rigione Corto Vincitore del Premio Zavattini 2018/2019 ISOLA EDIPO Riva di Corinto 1 – Lido di Venezia

Il Premio Zavattini sarà presente quest’anno alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia grazie alla partnership col “Premio Bookciak, Azione!“, il concorso, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi, che celebra l’intreccio tra cinema e letteratura attraverso i bookciak, corti ispirati a romanzi e graphic novel, realizzati da giovani filmmaker. In particolare, la direzione del Premio Zavattini ha scelto il vincitore di MEMORY CIAK, sezione nata in collaborazione con LiberEtà, Spi-CGIL e  AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), che ha  offerto gratuitamente il proprio materiale di repertorio per realizzare il bookciak ispirato a “Le vite di Emma” di Ave Govi (LiberEtà), un racconto di emancipazione femminile nell’Italia degli anni Cinquanta. 

Il vincitore della sezione sarà comunicato nell’ambito della serata di premiazione e in pre-apertura delle Giornate degli Autori, martedì 1 settembre alle ore 21:00 presso l’Isola di Edipo al Lido di Venezia; in tale contesto verrà inoltre proiettato a fine serata il corto vincitore dell’edizione 2018-19 del Premio Zavattini, “Domani chissà, forse”, di Chiara Rigione. L’opera è un’indagine poetica che parte dall’inchiesta di Ansano Giannarelli “Tv in paese”, girata nel ‘61 a Vallepietra, paesino a pochi chilometri da Roma che allora aveva il primato di antenne televisive in rapporto al numero di abitanti. Da quella ricerca rivolta al racconto dei cambiamenti che il boom economico avrebbe portato con sé nel mondo contadino, il lavoro evoca invece un mondo quasi cristallizzato nel tempo. “La negazione di tutto il processo di modernizzazione che mi ero immaginata – spiega la regista, che sarà presente alla serata – mi ha portato a raccontare quella sensazione, la storia di un paese dove il passato risuona come se non fosse mai scomparso”.

Secondo appuntamento con la rassegna online dei corti vincitori delle scorse edizioni del Premio Zavattini. L’appuntamento, sulla pagina FB del Premio, è con “Then & Now” di Giulia Tata e Antonino Torrisi: un’opera che rievoca e attualizza in modo originale, utilizzando materiale d’archivio, la fantascienza degli anni Cinquanta del Novecento

Mercoledì 1 luglio – Ore 18:00

Then & Now

di Giulia Tata e Antonino Torrisi

Corto vincitore della edizione 2017 del Premio Zavattini

L’opera sarà introdotta dagli autori insieme ad Antonio Medici (direttore del Premio) e Aurora Palandrani (CDA AAMOD)

Diretta streaming sulla pagina ufficiale FB del Premio:

https://www.facebook.com/PremioZavattini/

In un futuro distopico, alieni in fuga da un pianeta distrutto hanno invaso pacificamente la Terra, presentandosi come portatori di progresso e nuove tecnologie e ottenendo da subito piena collaborazione da parte degli esseri umani. Afel, un ragazzo terrestre senza patria ne radici, nel suo vagabondare per il mondo è testimone di come la razza umana si sia fatta progressivamente soggiogare e ridurre in schiavitù in nome di un progresso che ha finito col distruggere il pianeta e il suo ecosistema.
Coinvolto suo malgrado nelle proteste e poi nei successivi scontri tra umani e alieni, Afel prenderà infine la decisione di schierarsi e combattere per la salvezza dell’umanità. La sua decisione lo porterà a scontrarsi faccia a faccia con uno degli alieni, in un incontro che deciderà le sorti della razza umana.