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Stradale: scoperte le truffe del cronotachigrafo

RICCIONE – C’è chi aveva un telecomando speciale e chi invece montava un doppio cronotachigrafo e anche chi, attraverso un dispositivo, limitava l’uso dell’additivo che tutela l’ambiente.

Questi escamotage sono stati scoperti dalla polizia Stradale di Riccione nell’ambito dei controlli dell’uso corretto dei dispositivi previsti per gli autotrasportatori.

Le particolari anomalie sono state contestate a 3 conducenti di autoarticolati provenienti dalla Puglia.

Durante il controllo del primo veicolo gli agenti si sono accorti che i dati contenuti nel cronotachigrafo presentavano delle irregolarità: vi erano numerose interruzioni di corrente non giustificate di cui il conducente non “sapeva” dare spiegazione.

Da un’accurata ispezione del mezzo, i poliziotti hanno notato un telecomando come quello destinato all’apertura dei cancelli automatici che in realtà attivava o inibiva il regolare funzionamento del cronotachigrafo; tale dispositivo permetteva al conducente di effettuare periodi superiori di guida rispetto a quelli previsti dalla legge che invece stabilisce intervalli maggiori di riposo.

Singolare, invece, l’escamotage trovato nel secondo veicolo controllato. In questo, gli agenti hanno riscontrato la presenza di un doppio cronotachigrafo così da eludere i controlli previsti dalle Forze dell’ordine.

Nel terzo mezzo pesante, invece, era stato montato un apparecchio elettronico che simulava l’impiego dell’additivo “ad blue” previsto dalla legge per limitare l’inquinamento atmosferico.

Ai tre conducenti è stata ritirata la patente e contestata la violazione del cronotachigrafo alterato che prevede una sanzione amministrativa di quasi 2mila euro.

Stessa sorte anche per le rispettive società a cui sono state contestate le violazioni.

Truffe online: false offerte di lavoro su Telegram

ROMA – False offerte di impiego arrivano tramite canali Telegram che, utilizzando logo e intestazione di agenzie per il lavoro, traggono in inganno ignari candidati.

Questa è una delle ultime truffe che da qualche giorno viene segnalata alla Polizia postale e delle comunicazioni.

A coloro che aderiscono alla proposta viene inviata una bozza di contratto a tempo determinato con contestuale richiesta di documenti d’identità, codice fiscale e Iban: il tutto accompagnato dalla falsa promessa di un successivo accredito di 200 euro a settimana o, in alternativa, di 800 euro al mese a fronte della pubblicazione, da parte del candidato, di un certo numero di annunci su gruppi di offerte lavorative presenti su noti social network.

La Polizia postale ricorda sempre di diffidare delle offerte pervenute tramite l’invio di mail o profili social, non precedute da alcuna richiesta e di non fornire mai dati personali.

In caso di sospetti fate una segnalazione alla Polizia postale.

Caserta: confiscati ad imprenditore beni per oltre quattro milioni di euro

CASERTA – Confiscati in Campania e nel Lazio beni per oltre quattro milioni di euro riconducibili ad un imprenditore nel settore del trattamento dei rifiuti di Casal di Principe (Caserta), già Consigliere della Regione Campania, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il Giudice Penale lo ha riconosciuto colluso dal 2000 in poi con i reggenti del “clan dei casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti”.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) su proposta del Questore di Caserta, rappresenta l’epilogo dell’indagine svolta dalla Divisione Polizia anticrimine della questura e dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità diretta ed indiretta dell’imprenditore.

L’indagine patrimoniale, a suo carico e dei familiari, è stata svolta sugli ultimi 20 anni in cui sono stati verificati i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie e le relative transazioni e movimentazioni finanziarie. Il riscontro ha delineato un quadro ben definito con la ricchezza acquisita a seguito di attività illecite.

Il suo legame con il clan, fatto di favori sia come imprenditore che come politico, da cui ha ricevuto in cambio sostegno elettorale e appoggio per l’affermazione della sua azienda, è stato documentato da intercettazioni telefoniche, dalle dichiarazioni accusatorie di molteplici collaboratori di giustizia e da indagini di Polizia Giudiziaria.

La pericolosità sociale è stata dimostrata dalla sua continuativa disponibilità a porsi come intermediario tra gli amministratori degli Enti locali e le organizzazioni criminali di riferimento per favorirle negli appalti e contributi pubblici, riuscendo quasi a monopolizzare il redditizio settore economico della raccolta e smaltimento dei rifiuti, non solo nel territorio casertano.

La confisca ha riguardato nove fabbricati e un terreno, le quote di due società, due veicoli e le disponibilità finanziarie presenti in numerosi conti correnti, conti di deposito ed altri investimenti finanziari, per un valore stimato di oltre 4 milioni di euro; confiscate anche le indennità percepite dall’imprenditore per l’intero periodo di consiliatura alla Regione Campania, per più di 800 mila e il vitalizio da corrispondere per la sua ex qualità di Consigliere regionale, maturando alla data del raggiungimento del sessantesimo anno di età.08/10/2020Parole chiave:
caserta – confisca